Celeste Belcari
Dott.ssa in Scienze e Tecniche Psicologiche
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di Scrittura di Gruppo
quando porto nel gruppo argomenti emotivamente sensibili
è uno strumento che mi piace
con le altre persone del gruppo
sono in linea con le mie aspettative
Percorso di Gruppo
Condurre questo gruppo in Associazione è stata un’esperienza emozionante per me. Con emozionante non intendo solo “bello” ma intendo comprendere il significato più ampio della parola: che emoziona. L’Associazione è un luogo di cui faccio parte dalla sua nascita, alla quale mi sono approcciata, negli anni, in diversi modi e da diverse distanze e vicinanze, fino a farne parte del direttivo. Fino a recarmi in sede per condurre lì un gruppo di Scrittura Consapevole. In questo processo, dal 2014 ad oggi, si sono susseguite in me moltissime emozioni e, il primo giorno del corso di Scrittura Consapevole, ero terrorizzata. Felice, di sicuro, ma anche molto spaventata. Lo raccontavo anche alle ragazze che hanno partecipato, durante l’ultimo incontro del corso, perché è importante per me dirlo, condividerlo, esplicitarlo, che tutti proviamo tutte le emozioni ed è bello sentirle, anche quando a passare dentro di noi è la paura, per esempio [...]
La terza edizione del guppo di Scrittura Consapevole a "La VIta Oltre Lo specchio".
Quando parlo e penso alla consapevolezza, risuona in me la definizione che ne ha dato Eric Berne, inventore dell’Analisi Transazionale: “La consapevolezza esige che si viva presenti, quanto al luogo e al momento, e non altrove, nel passato o nel futuro. La persona consapevole è viva perché sa che cosa prova, sa dove si trova e quale momento vive.” Berne E., A che gioco giochiamo, 1964 È questo quello che mi propongo di fare utilizzando lo strumento della scrittura: favorire e facilitare un processo di consapevolezza. Per farlo, è necessario stare nel qui ed ora e, con la scrittura, questo accade. Qualsiasi cosa si scriva, che parli del presente, del passato, del futuro, di un pensiero, di un’emozione, di un vissuto, di un rapporto, di un’idea… con la scrittura si crea un modo per riportare tutto nel qui ed ora e di vederselo lì, davanti agli occhi e dentro alle orecchie, per poterlo leggere, ascoltare, vedere, rivedere, capire, sentire, tenere o lasciare. Spesso, durante gli incontri, escono fuori contenuti emotivamente carichi e caldi e, se accade che ciò che esce fuori sia particolarmente doloroso o fastidioso, in chiusura dell’incontro, prima di salutarci, chiedo alle ragazze di scrivere su un foglietto ciò di brutto non vogliono portarsi fuori da lì. Dopo averlo scritto, quel foglietto resta lì, non andrà fuori con loro, e io dopo li raccolgo e mi occupo di disfarmene, li butto via.
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